Scrivere regole puntuali per tecnologie come l’IA fotografando l’evoluzione attuale equivale, per certi versi, a scrivere sulla sabbia: alla prima ondata tecnologica, è necessario ricominciare da capo. C’è da dire però che le potenzialità dell’IA, in questo senso, sono tali per cui che tutti i governi dei paesi industrializzati hanno adottato negli ultimi mesi una strategia in questo comparto e gli esperti concordano nel considerare l’IA come una opportunità senza precedenti. L’economia italiana però, in questo senso, non sembra ancora pienamente avviata verso uno sviluppo pienamente sostenibile, il che rappresenta un problema esistenziale per la nostra società. Per questo porsi il problema dello sviluppo dell’IA dal punto di vista del futuro del lavoro, delle relazioni interpersonali e della tutela sociale e ambientale costituisce una rivoluzione copernicana rispetto al tradizionale approccio orientato alla competitività industriale, che pure occupa un ruolo essenziale per la sostenibilità della nostra economia. Ed è questo che ci impone di affrontare il rapporto futuro tra essere umano e macchine intelligenti, al fine di preservare l’umano nella sua ricchezza culturale e materiale. Non si tratterà solo della capacità delle imprese di formare figure con competenze digitali specifiche, ma sarà fondamentale fornire un’informazione precisa e adeguata al grande pubblico, instaurando la consapevolezza dei nuovi strumenti che utilizzano tecniche di IA. Risale al 2018 il primo impegno dell’Unione Europea nel definire le linee guida che intendono sancire un approccio etico all’intelligenza artificiale. La Commissione Europea si è impegnata a varare un Codice Etico per assicurare il massimo rispetto di alcuni diritti fondamentali nell’applicazione e nello sviluppo dell’AI. La centralità dell’uomo deve essere il punto di partenza di tutta la discussione, affinché l’intelligenza artificiale sia messa al servizio del bene comune per migliorare il benessere e garantire la libertà. A evolversi saranno le tecnologie conversazionali e l’interazione uomo-macchina, per far sì che sia la macchina ad adattarsi all’uomo e non viceversa. La vision di QuestIT La visione di QuestIT è quella di unire le migliori tecnologie di intelligenza artificiale come machine learning, deep learning, data mining e computer vision a quelle di Natural Language Processing per sviluppare un’analisi multimodale della conversazione in grado di cogliere le emozioni dell'utente durante l’interazione, a tutti i livelli. L’obiettivo è quello di realizzare artificial human capaci di analizzare sia gli aspetti verbali che paraverbali e non verbali dell’utente, come i movimenti della testa, le microespressioni facciali, i movimenti della mano, il tono della voce e al tempo stesso di riprodurre questi aspetti non verbali del comportamento umano: https://composer.qplus.ai/. Troviamo già un approccio Human First nel primo sviluppo dell’assistente virtuale Caterina, realizzato da QuestIT per il Comune di Siena, confermato il primo in Italia con queste caratteristiche la Pubblica Amministrazione. Siamo consapevoli di guardare in direzione di un progetto ambizioso, che richiede competenze interdisciplinari diverse: psicologiche, aspetti filosofici per quanto riguarda la questione dell’etica e, sempre di più, dovremmo capire come funziona l’uomo dal punto di vista neurologico, per insegnare alla macchina a comportarsi in maniera analoga. Le sfide sull’IA sono sfide internazionali, basate su progetti che non possono coinvolgere solo una o poche piccole azienda, ma che hanno la necessità di fare ricerca insieme, unire le forze confrontarsi con le sfide che l’IA ci presenta. La nascita del polo SAIHUB In risposta a questa esigenza nasce il progetto SAIHUB, polo tecnologico-scientifico formato da imprese, fondazioni ed enti pubblici, con un focus prioritario sulle life science grazie alla stretta collaborazione con la Fondazione Toscana Life Sciences. Attualmente composto da 21 piccole, medie e grandi imprese italiane, che compongono la Rete di imprese SAIHUB, la nascita del polo è strettamente connessa al suo Partenariato, guidato dal Presidente Valter Fraccaro e formato da Fondazione Monte dei Paschi di Siena, finanziatore strategico del progetto, Comune di Siena, Università di Siena, Confindustria Toscana Sud e, appunto, la Fondazione Toscana Life Sciences. Alle imprese della Rete si aggiungono quelle dell’accordo Aires: CEA Ambiente, Estra, Sei Toscana e altre 11 tra imprese ed enti comprese nell’accordo quadriennale per lo sviluppo di economia circolare e sostenibilità ambientale. Le caratteristiche dell’economia di scambio, oggi, portano troppo spesso le Imprese a chiudersi all’interno dei propri segreti industriali, dando priorità assoluta a uno sviluppo interno, isolato da sinergie e logiche di condivisione. I principi ispiratori del polo sono invece quelli di stimolare le Imprese, dando nel contempo importanza alla tutela delle loro proprietà industriali, a condividere dati, informazioni e risultati, partecipando congiuntamente a progetti integrati e, quindi, alla vera innovazione. All’interno di SAIHUB ogni impresa che, potenzialmente, matura un progetto ma che, nei limiti del proprio know how, non è in grado di sviluppare, può trovare potenziali partner disponibili ad integrare e condividere le conoscenze e la tecnologia necessarie. In questo senso nasce la stretta connessione con le Scienze della Vita, settore in cui risultano oggi essere fondamentale rilanciare un nuovo modello di business che guardi all’inserimento di nuove competenze di data integration e data science. Non basterà solamente assumere nelle aziende data scientist, figure che SAIHUB ha l’obiettivo di formare nei propri laboratori, avvalendosi di collaborazioni con le Università, i centri di ricerca, con il contributo delle imprese associate e del Partenariato. Tutti all’interno di una qualsiasi organizzazione – dai ricercatori ai manager – dovranno possedere competenze tecnologiche all’altezza ed una mentalità data-driven. Questo approccio di formazione manageriale è un altro degli aspetti che SAIHUB si pone come obiettivo per lo sviluppo di una cultura informatica, a più livelli, in cui l’IA sarà il motore capace di guidare lo studio e le decisioni, che resteranno sempre comunque in capo agli umani.